Hermione: elogio della normalità | Dott.ssa Stranamore

un ritratto di hermione granger, in posa molto seria e risoluta - nerdface

Elogio della normalità

Arriva il giorno in cui scopri che Hermione Granger, la secchiona mezzosangue che è riuscita a diventare Ministro della Magia, ha superato i quarant’anni ed è dunque nel pieno di quella fase della vita ritenuta la più bella, in barba agli splendidi trentenni decantati da Oriana Fallaci. Di conseguenza è all’apice della femminilità, del successo, della vita… E della stanchezza.

La raccolta

Se è vero che nelle precedenti età si semina, dai quaranta si dovrebbe, in teoria, iniziare a raccogliere i frutti del proprio operato. Non mi pare che alcun contadino abbia mai affermato che la raccolta sia una fase del processo agricolo molto rilassante. E, in ogni caso, per andare avanti ci tocca fare i conti con un Uomo del Monte che deve dire «sì».

hermione granger sta preparando una qualche pozione - nerdface

Stai lì, davanti alla tua torta di compleanno, rigorosamente alla frutta, a riflettere su quanto hai seminato, quanto dovrai raccogliere a alle persone cui dovrai rendere conto per poter andare avanti, mentre la cera delle candeline sporca la glassa e tutti ti esortano a esprimere un desiderio. E ti viene in mente lei, Hermione.

Hermione, quella normale

Hermione Granger, quella senza nessuna storia tragica alle spalle. Non è la prescelta e nessuno dei suoi parenti ha il posto fisso al Ministero. I genitori si amano e la amano. Ha qualcosa in più dei babbani, gli esseri senza alcun potere speciale, ma qualcosa in meno delle persone magiche. La rappresentazione fantastica della normalità nella sua accezione più spregevole, che implica il nulla. Normalità, parola che si traduce nella realtà con l’espressione oxfordiana «per riuscire nella vita ti devi fare il culo per emergere, rischiando di sembrare supponente, riponendo sotto il mantello dell’invisibilità tutte le insicurezze». E a volte neanche basta.

L’impresa eccezionale

Pare che, se si è magici, bisogna avere per forza qualcosa che non va o che, per poter riuscire nelle grandi imprese della vita, qualcuno col tuo stesso sangue vada avanti prima di te. Eppure, sebbene non siamo nati nel posto giusto e non abbiamo subìto traumi sconvolgenti, possiamo riuscire a farcela con le nostre forze, dando tutto, impegnandoci al massimo, pur non partendo con l’ultimo modello di Scopa volante Nimbus. Spegnerò le mie quaranta candeline pensando a Hermione Granger e augurandomi di raccogliere con impegno tutto quel che ho faticosamente seminato con studio, lealtà e tenacia, senza aiuti dal pubblico o telefonate da casa. Ché «l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale».

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Dott.ssa Stranamore

Valentina Borrelli è laureata in Psicologia.
Sui social è nota per Chiedimiperchésonosingle.

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