«Saremo sempre migliori delle istituzioni che serviamo»

La terza stagione della serie dedicata alle imprese del personaggio più celebre di Tom Clancy è disponibile da qualche settimana su Prime Video. Jack Ryan giunge così al suo nuovo capitolo, decisamente il meglio riuscito.

Un gusto retrò

Protagonista assoluto è ancora John Krasinski, sempre nelle vesti anche di produttore, accanto a un altro grande esperto di prodotti ricchi d’azione e patriottismo come Michael Bay. Dopo le prime due stagioni dedicate al terrorismo mediorientale e alla crisi venezuelana, la storia piega verso ambientazioni dal sapore più vicino a chi conobbe le vicende dell’agente della CIA dalle pagine di Tom Clancy.

Le declinazioni di una spia

La versione televisiva di Jack Ryan, infatti, è ben diversa dall’immagine restituitaci dai romanzi dello scrittore americano, il quale ha sì tratteggiato un uomo dai valori tradizionali, ma pur sempre un analista poco a suo agio con sparatorie e scontri all’arma bianca. Un eroe per caso, in alcune vicende, come ben restituito da Alec Baldwin e Harrison Ford nel ciclo di film per il cinema, su tutti in Caccia a Ottobre Rosso di John McTiernan.

Non citiamo casualmente il thriller con uno splendido Sean Connery nei panni del disertore sovietico al comando di un sottomarino nucleare, perché il Jack Ryan muscolare della serie si troverà al centro di un intrigo internazionale che affonda le radici nella lotta per la supremazia atomica dell’URSS. L’azione si svolgerà in Europa, tra Italia, a Roma, Grecia, Repubblica Ceca e Russia.

Un altro protagonista

Accanto a Jack Ryan, poi, oltre a personaggi già amati grazie alle precedenti stagioni, come gli amici e colleghi Greer e November, segnaliamo un comprimario interpretato magistralmente da James Cosmo, l’imperscrutabile Goncharov, senza esitazione il protagonista più intenso di tutta la storia.

Il progetto Sokol

La trama della terza stagione di Jack Ryan si snoda attorno a un progetto sovietico della Guerra Fredda che sembrava morto e sepolto, chiamato Sokol, riesumato per sovvertire l’ordine mondiale attraverso terrorismo mirato e uso dell’atomica per far tornare all’antico splendore la Russia.

Suona familiare?

A colpire è esattamente quanto avrete pensato tutti: l’angosciante attualità della terza stagione di Jack Ryan in riferimento ai drammatici avvenimenti in Ucraina e ai rigurgiti zaristi della Russia di Putin.

Al netto dell’impronta occidentale della serie, sebbene decisamente meno marcata rispetto alle precedenti, la scrittura svincolata dai romanzi originali ha saputo leggere più e meglio di molti opinionisti o presunti esperti l’attualità geopolitica mondiale. Peccato che sia mancato un Jack Ryan.