Shining: il mattino ha ancora il sapore dell’oro in bocca
- Pubblicato: 23 Maggio 2022
Scritto da: Elisa Sini
Shining

«Il mattino ha l’oro in bocca».
Titolo originale | The shining |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 23 Maggio 1980 |
Durata | 144 minuti |
Genere | Horror Thriller |
Regia | Stanley Kubrick |
Cast | Jack Nicholson Shelley Duvall Danny Lloyd Scatman Crothers Barry Nelson Philip Stone Joe Turkel Barry Dennen Lisa Burns e Louise Burns Glenn Rinker Manning Redwood Anne Jackson Tony Burton |
We all shine on
«We all shine on», le parole del ritornello nella canzone di John Lennon in Instant karma!, un viaggio in albergo con la famiglia ed ecco che Stephen King si ritrova, nel 1977, a scrivere uno dei romanzi più conosciuti della storia: Shining. A sua detta, l’ispirazione arrivò vedendo alcune suore lasciare l’hotel: era inverno e tutto diventò più cupo. Nonostante il nesso sembri veramente assente, diede il via a un capolavoro. Le vicende che poi portarono Stanley Kubrick a modellarci il film sono davvero troppe, come le telefonate intercorse con Stephen King.
La scelta del cast
Andiamo con ordine, dai protagonisti, partendo da quello maschile. All’inizio Stanley Kubrick pensò a Robert De Niro e Robin Williams. Vedendo alcuni loro film, però, sentì che erano sprovvisti di quel tocco per rendere al meglio lo psicopatico del Jack Torrence di Stephen King. Jack Nicholson, al contrario, lo possedeva.
La protagonista femminile fu consigliata proprio da lui: Shelley Duvall, nonostante lo scrittore preferisse una donna bionda e d’aspetto più grazioso. Infine, Danny Lloyd vestirà il ruolo del giovane bambino, sebbene la parte fosse stata pensata per l’attore del film Incontri ravvicinati del terzo tipo.
L’Overlook Hotel
Costruita la nostra famigliola, inizia la loro avventura in Shining, un film rivoluzionario per l’epoca, il 1980, a partire dalle riprese e per finire con una fotografia che tutt’oggi rimane un’icona nel cinema horror. La storia si basa, in breve, sul trasferimento di padre, madre e bambino presso l’Overlook Hotel, in Colorado.
Jack Torrence deve prendersene cura per tutto l’inverno, mantenendo calde le sale e spalando di tanto in tanto la neve. Si tratta di cinque mesi in totale isolamento, in un grande albergo vuoto e abitato solo dai nostri protagonisti.
Jack è avvertito: è una condizione che potrebbe creare disturbi psicologici, come accaduto a un altro custode dieci anni prima, il quale uccise tutta la sua famiglia e poi si suicidò. Shining si svolge seguendo la discesa nella follia della mente di Jack: se all’inizio la sua figura è rappresentata come quella di un padre e di un marito normale, sebbene con un problema d’alcolismo, alla fine del film è completamente deformata.
La stanza 237
La stanza numero 237, nel libro la 217, è il luogo della svolta decisiva della sua pazzia, mentre una moglie troppo apprensiva e servizievole innesca la sua rabbia e un figlio sospettoso e lungimirante conferma il suo stato mentale irrecuperabile.
Seguendo il crollo di Jack, i suoi colloqui con persone immaginarie e con un finale che lascia diversi dubbi, lo spettatore si chiede se sia mai esistito, se sia stato effettivamente lui a rincorre il figlio con l’ascia, per il labirinto. Se con l’inquadratura sulla fotografia, nel finale, sia stato proprio lui a fare a pezzi la famiglia e poi uccidersi. Stanley Kubrick ci pone davanti a un bivio, con molte domande.
Gli ingredienti di un cult
Shining, storia a parte, rimane un capolavoro cinematografico. Basti pensare che l’interno dell’Overlook Hotel fu appositamente costruito per girare il film; le due gemelle incontrate spesso da Danny nelle sue corse in triciclo sono un tributo a Diane Arbus, per la fotografia Identical twins, Roselle, New Jersey, 1967; il labirinto di siepi fu costruito appositamente, tutto in polistirolo; la fotografia finale è vera e risale al 1920 e su di essa è stato montato solo il volto di Jack Nicholson; le riprese aeree iniziali, gli stacchi da una scena di quiete a una di tensione nello stesso istante.
Ancora: la bellissima ragazza nel bagno della stanza 237, che improvvisamente diventa una vecchia deforme e inquietante; l’ascensore che inonda il corridoio di sangue; il significato stesso dello Shining, la Luccicanza, che permetteva a Danny, impersonato da Lloyd in maniera impeccabile, di vedere il futuro o fatti accaduti in passato; il primo piano inquietante sulla porta spaccata, da cui emerge il ghigno di Jack Nicholson; la colonna sonora appositamente scritta da Wendy Carlos e Rachel Elkind, ma ideata dallo stesso Stanley Kubrick; il fatto che, forse, Shining rimane l’emblema della rinascita di Hollywood in quegli anni.
Un capolavoro
Insomma, la lista di momenti memorabili è davvero lunga e, nonostante Shining sia stato follemente nominato a 2 Razzie Award nel 1981 per la Peggior Regia e la Peggior Attrice Protagonista, e sebbene Stephen King sia rimasto (inutilmente) insoddisfatto del risultato, rimarrà nella storia per quello che è: un capolavoro.
Non tanto per le tecniche e le accortezze usate, non solo il periodo storico in cui uscì, quanto per l’orrore che ci suscitò e ci suscita ancora: Shining non fu sangue finto e pezzi di carne sui pavimenti, ma brividi sul collo e mancanza di fiato, denti digrignati e tanta, tantissima tensione.
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Titolo originale | The shining |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Data d’uscita | 23 Maggio 1980 |
Durata | 144 minuti |
Genere | Horror Thriller |
Regia | Stanley Kubrick |
Cast | Jack Nicholson Shelley Duvall Danny Lloyd Scatman Crothers Barry Nelson Philip Stone Joe Turkel Barry Dennen Lisa Burns e Louise Burns Glenn Rinker Manning Redwood Anne Jackson Tony Burton |