Robert Zemeckis: l’esploratore di passato, presente e futuro

un ritratto in bianco e nero di robert zemeckis - nerdface

Robert Zemeckis

robert zemeckis in bianco e nero e a braccia incrociate - nerdface

«We don’t function well as human beings when we’re in isolation».

L’esploratore

«La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita», diceva Forrest Gump alla più famosa fermata d’autobus della storia del cinema. È un mistero che riguarda tutti, a eccezione del pasticcere che ha confezionato il prodotto, ma quando sei Robert Zemeckis hai un potere, come un olfatto o una super-vista che ti permette di prevedere in anticipo se gusterai fondente o nocciolato. Perché Robert Zemeckis il futuro lo ha sempre saputo creare con consapevolezza. E, in caso d’errore, ha imparato a tornarci.

Gli esordi

In passato, su queste pagine digitali abbiamo avuto modo d’affrontare la chiusura del cerchio estetico e autoriale di Robert Zemeckis che, con Ritorno al futuro 3, metteva un primo punto alla ricerca sul tema del viaggio. Oggi ne ripercorriamo tutta la storia, partendo dagli esordi. Robert Zemeckis nasce a Chicago nel 1952 e, fin dal liceo, mostra una predisposizione artistica notevole verso il cinema, che lo porta a vincere lo Student Academy Award col cortometraggio Field of honor, che lo spinge a diplomarsi in una prestigiosa scuola di cinema californiana.

Sotto l’ala di Steven

Conclusi gli studi è subito notato da un giovane Steven Spielberg per il quale, nel 1978, dirige 1964: allarme a N.Y. arrivano i Beatles! Questo esordio non proprio indimenticabile è però l’inizio del sodalizio con lo sceneggiatore Bob Gale, col quale collabora ancora nel 1979, firmando la sceneggiatura di 1941: allarme a Hollywood, diretto proprio da Spielberg. Nello stesso anno dirige Kurt Russell, ne La fantastica sfida.

robert zemeckis col cast di ritorno al futuro ride seduto sul cofano della delorean - nerdface

Finita la gavetta, Robert Zemeckis sfonda con All’inseguimento della Pietra Verde, in cui può contare sul cast di primissimo livello composto da Michael Douglas, Kathleen Turner e Danny DeVito. Il successo commerciale del film immette preziosa linfa nell’appeal del regista che, forte di buoni riscontri di critica, ma poco fortunato al botteghino, rischia di veder spegnersi la sua stella prima ancora di farla brillare.

Ritorno al futuro

E così, nel 1985 Robert Zemeckis entra nel mito con la regia di Ritorno al futuro, film ancora oggi amato e leggendario e che lo conferma come autore di primo piano sulla scena mondiale, oltre a valergli la nomination agli Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale.

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È in quel momento che Robert Zemeckis comprende di poter davvero esplorare la sua idea di cinema come occhio che analizza le dimensioni, deformandole secondo necessità, sogni e ambizioni.

Roger Rabbit

Nel 1988 miscela il mondo dei cartoni animati con quello della realtà, stupendo il pubblico mondiale con Chi ha incastrato Roger Rabbit? e portando a casa ben 3 Oscar.

robert zemeckis ride in posa con roger rabbit - nerdface

L’anno successivo riattiva il flusso canalizzatore e riparte con la DeLorean, per espandere il cerchio di Ritorno al futuro e chiuderlo coi suoi due seguiti, girati contemporaneamente.

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Dal presente al passato, poi verso il futuro e ancora più indietro, la saga con Michael J. Fox e Christopher Lloyd è un cardine dell’immaginario degli anni ’80 e, ancora oggi, un pilastro del cinema sui viaggi nel tempo.

Il capolavoro

Il brillante grottesco de La morte ti fa bella del 1992 arricchisce la sua esperienza nel lavoro con gli effetti speciali, portandolo due anni dopo a superare forse il livello di Ritorno al futuro, col suo capolavoro assoluto, Forrest Gump, che infine gli vale l’Oscar per la Migliore Regia.

robert zemeckis parla con tom hanks seduto sulla panchina celebre del film - nerdface

Dopo il viaggio nel tempo, quello nella fantasia e il mix tra i due, Robert Zemeckis punta alle stelle e, con Contact, volge lo sguardo verso lo Spazio, mostrando d’avere ancora curiosità ed entusiasmo.

Contact

Il film concettualmente ambizioso è un passo indietro rispetto agli altri, ma rappresenta la sua volontà sfidante di non volersi adagiare sugli allori. Entra infatti nel nuovo millennio pieno di ambizioni, girando contemporaneamente Le verità nascoste e Cast away, in cui ritrova quel Tom Hanks con cui ha già conquistato il mondo. Ma Robert Zemeckis non sembra subire il fascino delle zone di comfort.

Nuove frontiere

I prodigi della tecnologia gli offrono nuove dimensioni in cui spaziare e così, grazie alla performance capture, dirige nel 2004 Polar Express, che lo porta a bussare alla soglia di Babbo Natale, a dare tre anni dopo sostanza all’epica inglese con La leggenda di Beowulf, per poi rivisitare ancora il Natale con A Christmas Carol con Jim Carrey, per la Disney.

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Nell’ultimo decennio firma altri quattro film: Flight, The walk, Allied e Benvenuti a Marwen, più cupi, ma sempre di grande livello, soprattutto per il coinvolgimento di stelle di primo piano come Brad Pitt, Denzel Washington o Steve Carell.

robert zemeckis indica a carrell il bambolotto di marwen - nerdface

Le streghe, del 2020, e la versione in live action di Pinocchio, ancora per Disney, sono la sue ultime imprese. Se il primo è tratto dall’omonimo romanzo di Dahl e ritrova quel centro in grado di portare in sala adulti e bambini senza scontentare nessuno, il secondo invece si rivela molto meno efficace e sconta l’inevitabile paragone con lo stop motion straordinario di Guillermo del Toro uscito poco tempo dopo.

Come pochi altri nella storia

Pochi nella storia del cinema hanno saputo usare la macchina da presa come Robert Zemeckis, capace di trasmutare generi e dimensioni affabulando ogni genere di pubblico, riuscendo a mantenersi sempre ad altissimi livelli. Il suo racconto dell’America, della vita e del senso della stessa non ha forse eguali. Di certo non possiamo sapere quale sarà il gusto del cioccolatino che sceglieremo ma, comprandoli nella sua bottega di sogni, sapremo che saranno sempre sicuramente eccellenti.

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