«You have to finally see yourself»

È disponibile da qualche giorno su Netflix, avendone conquistato già la classifica, la quarta e ultima stagione di The sinner, l’originale serie poliziesca con protagonista il tormentato Harry Ambrose, interpretato come sempre dal bravissimo Bill Pullman.

Un nuovo caso

Chi ha seguito in passato The sinner avrà avuto modo d’apprezzarne l’originalità, pari almeno a quella del suo protagonista, un uomo sempre al limite del crollo psicologico, spesso al di sopra delle regole e costantemente alle prese con casi impossibili.

Il contesto, non il colpevole

Ma Ambrose ha sempre fatto della sua caparbia e masochistica ricerca il suo punto di forza, conquistando il pubblico non grazie all’individuazione del colpevole, ben chiaro sin dal primo episodio d’ogni stagione, ma nella acuta capacità di delineare il contesto familiare e di relazioni in cui maturava ogni delitto, in un’inevitabile spirale di autodistruzione che lo ha portato a confrontarsi coi propri demoni, a dimostrare come il confine tra vittima e carnefice sia labile e a spingersi al limite.

Proprio da un imminente futuro dopo i fatti drammatici della terza stagione, che lo hanno visto sconfitto, almeno umanamente, nella vicenda di Jamie, l’assassino della cui morte porta il fardello, muove la nuova storia. Insieme alla sua compagna e ormai pensionato, infatti, Ambrose si reca su un’isola per allontanare gli spettri del ricordo e trovare un po’ di pace.

Nessuna pace

Ma per un uomo come lui nessuna pace è possibile e dunque, durante una delle sue notti insonni, assisterà al suicidio di una ragazza, la stessa con la quale aveva scambiato qualche parola nel corso della giornata. Percy, questo il suo nome, è esponente della famiglia più potente dell’isola, i Muldoon. Da generazioni è guidata con pugno di ferro dalla nonna della vittima e detengono il sostanziale monopolio della pesca, muovendo una fitta rete di conoscenze, protezioni e connivenze.

Un gesto inspiegabile

Messo in discussione per quanto ha visto e nella difficile posizione di non poter investigare in vesti ufficiali, Ambrose intraprenderà un’indagine che rapidamente diverrà un’ossessione e uno specchio dal quale osservare e testare la propria depressione e le spinte autolesioniste.

La quarta stagione di The sinner ritrova un respiro più poliziesco rispetto alla precedente, più involuta e ostica da digerire. L’equilibrio tra il giallo e l’esplorazione personale di Ambrose è più efficace, così come l’intreccio dietro al mistero della nuova vittima, sempre teso e ben costruito.

I numerosi colpi di scena precipiteranno il pubblico nella più tipica delle creature televisive: la profonda provincia americana, che dai tempi di Twin Peaks sappiamo essere abitata da segreti inconfessabili, casi umani e veri e propri mostri. L’habitat perfetto per un uomo come Ambrose.