«Possiamo fare un po’ i ribelli prima d’avere figli?»

Lo spettatore, si sa da sempre, seppur in maniera platonica incarna in parte il ruolo di un voyeur: osserva costantemente la vita degli altri in disparte e poco importa se si tratti di finzione o meno. L’essenza del cinema, in fin dei conti, è quella dello sguardo puntato a giudicare e riflettere su quanto sta accadendo su grandi e piccoli schermi. Uno dei nostri vizi preferiti, poi, è spiare le vite altrui e, perché no, provare a ricamarci sopra altre trame, spesso intriganti. Cosa succede, però, quando si esagera pericolosamente con questo piacere? The Voyeurs, il nuovo film di Michael Mohan distribuito da Amazon Prime Video, tenta proprio di rispondere a questa domanda.

La finestra di fronte

Al centro della vicenda c’è la coppia di giovani formata da Pippa (Sydney Sweeney) e Thomas (Justice Smith). I due si sono appena trasferiti a Montreal in un nuovo appartamento, coronando finalmente il loro sogno. La dimora ha diverse porte finestra, che garantiscono un’ampia vista all’esterno e, proprio attraverso di esse, i due iniziano a spiare gli inquilini del palazzo di fronte. In tal modo i protagonisti scoprono i continui tradimenti  di un fotografo, che si diletta con le proprie modelle all’insaputa della moglie.

Pippa e Thomas cominciano così a sviluppare una vera e propria ossessione nei confronti dell’altra coppia, rischiando però d’essere trascinati a fondo da eventi sempre più incontrollabili, che li porranno davanti alle proprie coscienze. Ma se all’inizio sbirciare nelle vite lascive altri è solo un gioco divertente che persino ravviva la loro relazione, presto i due si lasciano trasportare dalle loro attività clandestine, arrivando anche a intrufolandosi in una festa in costume di Halloween per inserire un ricevitore. Il vortice delle conseguenze e dei colpi di scena porterà a esiti inaspettati.

Tanti sentimenti

The Voyeurs offre sicuramente una panoramica di sentimenti, a partire dalla descrizione della curiosità, della seduzione con lo sguardo, del desiderio di vivere all’interno della proiezione mentale posta su qualcuno la cui vita sessuale è esaltata dallo sguardo di un binocolo. La sceneggiatura è ben ritmata e l’alchimia della coppia protagonista è ben assestata. La parte migliore è indubbiamente la mezz’ora finale, quando tutti i nodi vengono infine al pettine e il film si tinge di tonalità più amare e drammatiche, capaci di rinvigorire una narrazione altrimenti asettica e incolore.

Gli stessi colpi di scena che si susseguono nell’ultima parte, per quanto poco verosimili, donano un po’ di brio al racconto e giustificano alcuni sottotrame narrate in precedenza. Il problema è di The Voyeurs è la preparazione al terzo atto, un’ora e mezza poco incisiva, con dinamiche di coppia spente sul nascere dalla scarsa caratterizzazione, troppo approssimativa.

Troppo soap opera

The Voyeurs offrirebbe anche diversi spunti, ma il regista e sceneggiatore Michael Mohan allunga eccessivamente il brodo narrativo e non sviluppa appieno i rapporti tra le varie figure coinvolte, latitando nella fase tensiva del racconto e decidendo di mantenere uno stile da soap opera per quasi tutto il tempo. Un film imperfetto quindi, potenzialmente interessante, i cui intenti necessitavano forse di una migliore messa in scena.