Star Blazers: l’anime che portò nello Spazio la Corazzata Yamato
Star Blazers

«Ho sempre evitato i drammi nella mia vita. Mi piacciono solo sullo schermo».
Titolo originale | 宇宙戦艦ヤマト |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1974-1975 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 26 |
Genere | Anime Fantascienza |
Character design | Nobuhiro Okasako Tsunehiro Okasako |
Regia | Leiji Matsumoto Noboru Ishiguro |
Musiche | Hiroshi Miyagawa |
Studio | Group TAC |
Primo episodio | 6 Ottobre 1974 |
Uscita italiana | 6 Ottobre 1980 |
Cast |
Un’epopea spaziale
I giapponesi sono da sempre caratterizzati da un legame fortissimo e possessivo con la propria angusta e vulcanica terra. La lunga, attuale saga di Wano in One Piece, il celebre manga di Eiichiro Oda, ruota tutta intorno al lunghissimo isolazionismo che contraddistinse il Sol Levante fino al sopraggiungere dell’Era Meiji, la cui crisi è raccontata, seppur in forma romanzata, nel bel film L’ultimo samurai, di Edward Zick.
La più grande nave da guerra della storia
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le ambizioni dei giapponesi, decisi a dare al loro impero il lustro dovuto, scoperchiarono sul Paese l’incubo del baratro nucleare americano ma, prima della loro rovinosa disfatta, gli sforzi bellici avevano portato la loro Marina a varare la più grande nave da guerra della storia, la poderosa Corazzata Yamato.
La Battaglia di Okinawa
Orgoglio della nazione e depositaria di tutte le speranze di vittoria del popolo, la Corazzata Yamato simboleggiava la certezza della supremazia navale nell’Oceano Pacifico ma, a causa della perdita di tutte le portaerei della flotta cui avrebbe dovuto fare da scorta e che le avrebbero a loro volta garantito copertura aerea, riuscì a ingaggiare la flotta americana solo in occasione della Battaglia di Okinawa, dove affondò, insieme al morale dei giapponesi.
Ben radicata nell’immaginario locale, la Corazzata Yamato ha però saputo trasmigrare in altre forme, tra cui spicca quella animata diretta dal sommo Leiji Matsumoto. L’idea parte nel 1973, quando il produttore Nishizaki immagina una versione spaziale de Il Signore delle Mosche, il romanzo distopico d’esordio di William Golding, in cui un gruppo di bambini sperduti su un’isola deserta è costretto ad amministrarsi senza l’intermediazione degli adulti, finendo per cedere agli abissi dell’animo umano.
L’arrivo di Leiji Matsumoto
Alla ricerca di uno sviluppo convincente, il produttore vira su una vicenda con protagonisti più maturi, ma punta l’obiettivo su un lungo percorso spaziale verso un lontano pianeta. Durante il viaggio, l’equipaggio adolescente conosce numerose crisi, dovute soprattutto ai conflitti personali. Ma c’è ancora qualcosa a non convincere. L’arrivo di Leiji Matsumoto stravolgerà completamente l’idea, che ritroverà forma più avanti nel progetto della Blue Noah, altra splendida serie di bastimenti che navigano, fanno la guerra e poi imparano a volare.
Una corazzata spaziale
Nasce così Uchū senkan Yamato, o La Corazzata Spaziale Yamato, splendida serie di anime trasfigurata all’estero nell’anche da noi più riconoscibile Star Blazers. I malvagi alieni di Gamilon, sfruttando un’arma di distruzione di massa dalla potenza inusitata, ossia una pioggia di meteoriti radioattivi, devastano completamente la Terra, costringendo i superstiti umani a cercare riparo sottoterra.
Un aiuto inaspettato giunge, però, dallo Spazio profondo. La regina d’Iskandar, un pianeta amico ma lontanissimo, si rende disponibile a fornire ai terrestri un Cosmo DNA, unico strumento dell’Universo capace di ripulire il nostro pianeta dalle devastanti radiazioni.
Col messaggio, fornisce anche le indicazioni necessarie a costruire il motore indispensabile a raggiungere la Nebulosa di Magellano. Questo poderoso reattore è in grado di fornire anche energia al potentissimo cannone a onde moventi, l’arma con cui i terrestri potranno affrontare faccia a faccia i nemici di Gamilon, enormemente superiori in fatto di tecnologia.
Una corsa contro il tempo
Inizia quindi una corsa contro il tempo: per salvare il salvabile, l’umanità ha un solo anno di tempo per raggiungere Iskandar e tornare indietro. Dopo non ci sarà più nessuna speranza per la Terra. Per portare a termine la missione, è riesumato il relitto della Corazzata Yamato, ormai riemerso per la scomparsa degli oceani. Riconvertita in una possente astronave e ribattezzata Argo, la nave parte sotto la guida del mitico Capitan Avatar.
Un successo mondiale
La Corazzata Spaziale Yamato, o Star Blazers, ebbe un notevole successo e fu accolta con entusiasmo anche nel mondo anglosassone. Per andare incontro alle esigenze del pubblico più giovane e rendere l’opera conforme ai criteri americani, la prima e la seconda serie furono smontate e rivedute dai localizzatori locali, che privarono l’opera di parte della sua anima originale, in una formula che ricorda da vicino quella usata per Macross.
Furono eliminati tutti i riferimenti alla cultura giapponese, alle vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, edulcorati i temi drammatici, rivisto il linguaggio, i nomi e perfino i vizi, come l’alcol bevuto dal medico di bordo. Malgrado ciò, La Corazzata Spaziale Yamato mantenne intatto lo spirito e fu successivamente diffusa in molti altri Paesi, arrivando così anche da noi. Segno indelebile di questa metamorfosi è la sigla finale della serie, epica e in inglese.
Nuove minacce
Dopo avere salvato la Terra, la vicenda prosegue in altre due serie e svariati film, in cui la Terra resta l’obiettivo da difendere da nuove, ulteriori minacce extraterrestri. Primo anime a vincere il prestigioso premio Seium, l’equivalente del premio Nebula americano per il mercato giapponese, La Corazzata Spaziale Yamato è considerata una delle opere di fantascienza animata più importanti in assoluto, tanto d’aver influenzato molti dei più importanti autori di ieri e di oggi del panorama internazionale.
Le opere influenzate dalla Corazzata Yamato
Da Hideaki Anno, creatore di Neon Genesis Evangelion, a Yoshiyuki Tomino, papà di Gundam, sono molti gli autori che si sono lasciati ispirare dalle atmosfere plasmate da Leiji Matsumoto, che ha fatto di questa serie uno dei capisaldi del suo Leijiverse.
Per noi vecchi spettatori fanatici di Star Blazers, oltre alla sigla meravigliosa, al design indimenticabile dell’astronave e alla potenza insuperabile del cannone a onde moventi, l’immagine che resterà per sempre impressa nei nostri cuori sarà quella del Capitano Avatar sulla plancia di comando il quale, col suo barbone e un occhio sempre coperto dalla visiera del cappello, somigliava sinistramente al famoso testimonial dei bastoncini di pesce che, dopo la visione di ogni puntata, avevano sempre un certo sapore spaziale.
Le sigle complete di Star Blazers
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Titolo originale | 宇宙戦艦ヤマト |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Anni | 1974-1975 |
Stagioni | 1 |
Episodi | 26 |
Genere | Anime Fantascienza |
Character design | Nobuhiro Okasako Tsunehiro Okasako |
Regia | Leiji Matsumoto Noboru Ishiguro |
Musiche | Hiroshi Miyagawa |
Studio | Group TAC |
Primo episodio | 6 Ottobre 1974 |
Uscita italiana | 6 Ottobre 1980 |
Cast |