«Gloriosi propositi»

Citando il Doctor Strange, «il Multiverso è un concetto di cui conosciamo spaventosamente poco». Nonostante sia il perno delle Fasi 5 e 6 dell’MCU, non ne è stato ancora spiegato bene il funzionamento e la sua natura, segno che anche gli sceneggiatori di casa Marvel non si sottraggono a questa massima.

Multiversi mal riusciti

La prima stagione di Loki avrebbe potuto mettere almeno qualche primo punto fermo, così come avrebbe potuto Spider-Man: no way home ma, invece, sembra ci si sia affannati piuttosto a non dare una spiegazione troppo approfondita, forse per lasciare aperta qualche porta narrativa.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, poi, avrebbe potuto approfondire delineare meglio la figura di Kang il Conquistatore, sulla carta ancora il villain principale dei prossimi anni a discapito dei rumor in merito che lo vedrebbero già con un piede fuori dall’MCU. Eppure, a parte un Jonathan Majors perennemente in overacting, non è stato capace d’incutere quel timore che ci saremmo aspettati.

Un primo punto di partenza

La seconda stagione di Loki era, dunque, una buona possibilità per correggere il tiro e riportare la narrazione su binari precisi, mettendo ordine nel caos regnante tra i molti fili sparsi in film e serie Marvel. Possiamo dire, ora che Loki ha recentemente chiuso le sue avventure su Disney+, che almeno un punto preciso è stato raggiunto; di questo punto occorrerà conto per i prodotti futuri.

Com’è, quindi, la seconda stagione di Loki? Vale la sua visione? La risposta breve è sì. Nel suo complesso, è una serie capace d’intrattenere, in cui Owen Wilson e Tom Hiddleston sono determinanti grazie al carico carismatico e dove s’aggiunge la scoperta di Ke Huy Quan. Il suo character, Ouroboros, è tra le più gradevoli sorprese in assoluto.

Un finale commovente ed epico

Le 6 puntate di Loki evidenziano quanto come si sia privilegiato puntare i riflettori sui personaggi, sulle loro motivazioni, sulle loro storie e ambizioni, fino a un finale commovente ed epico, un coerente culmine creativo che sta rimbalzando ancora oggi sui social.

Senza alcuno spoiler, probabilmente gli ultimi due episodi sono i migliori mai visti nelle serie Marvel fino a oggi: dal ritmo giusto, si fregiano di scelte registiche ispiratissime e capaci d’immergerci dentro la storia. Summa del percorso di Loki, non a caso presentano la puntata finale con lo stesso titolo della prima.

Tutto perfetto?

Tutto perfetto, dunque? Se fosse stato mantenuto lo stesso livello in tutta questa seconda stagione, Loki sarebbe stato un piccolo capolavoro. Purtroppo non è così: fino al finale, infatti, la serie presenta episodi molti con molti cali, storyline secondarie poco interessanti e momenti di puro caos. Lo sappiamo: le storie basate sul tempo sono difficilissime da scrivere, mentre è più facile fare il pelo e contropelo, cercando qualche buco di sceneggiatura di troppo.

In Loki non capita, perché è la storia stessa dei personaggi principali a non lasciare spazio a troppe domande. Quando, però, questo traino viene a mancare, allora ci troviamo in balìa di tutto quanto sarebbe stato possibile tralasciare e forse questa seconda stagione avrebbe potuto contare meno episodi, risultando più organica e fluida nella trama, magari evitando macchiette odiosissime ed eccessive. Chi ha visto la puntata 3 capirà esattamente a cosa ci riferiamo…

Un nuovo Multiverso

In conclusione, Loki è comunque da promuovere grazie al suo finale bellissimo e per le implicazioni che ne derivano. Speriamo abbia realmente un seguito in questo MCU così in difficoltà, stando ai risultati di botteghino del recente The Marvels.

Perché grazie a questa seconda stagione abbiamo finalmente un punto fermo nel quale il Multiverso vive delle sue varianti, stabile e aperto. Siamo davvero curiosi di vedere cosa accadrà, una sensazione che non sentivamo da tempo. Per tutto il tempo, sempre.