«Ti lascio entrare»

Talk to me, il nuovo horror prodotto da A24 e distribuito da Midnight Factory è il film di debutto dei fratelli australiani Danny e Michael Philippou e arriverà nelle sale italiane il 28 Settembre. La pellicola si prefigge d’arrivare a essere il miglior prodotto di genere dell’anno.

Le premesse sono ambiziose, se si considera che nel 2023 sono usciti film come L’esorcista del Diavolo, La casa: il risveglio, The nun 2 e l’ultimo capitolo di Insidious, ma Talk to me si dimostra fin da subito un horror di qualità, capace di non puntare solo sul banale jumpscare, e cerca di far entrare lo spettatore nella mente della protagonista, di farne comprendere le scelte, anche ingenue o più egoiste.

Una prova di coraggio

Mia è una studentessa di liceo, ha perso la madre e ha un rapporto conflittuale col padre. Trascorre le giornate con la sua amica Jade e il fratellino di lei, Riley, i quali la considerano parte della loro famiglia. Un po’ per noia, un po’ per curiosità incosciente, si trovano insieme a un gruppo di ragazzi riuniti in una prova di coraggio per comunicare con l’aldilà.

Dammi una mano!

Una mano mummificata appartenuta a una sensitiva permette a chi la stringe di connettersi con uno spirito e farsi possedere, per un massimo di novanta secondi, pronunciando per l’appunto le parole «ti lascio entrare», «talk to me» in originale. Ovviamente qualcosa andrà storto e le conseguenze saranno spaventose.

Talk to me procede in modo fluido, risultando godibile e senza momenti di stanchezza (vorremmo dire morti, ma in questo caso non varrebbe), in un susseguirsi di scene che lasceranno aperti numerosi risvolti possibili. Gli amanti degli horror apprezzeranno i momenti di tensione e qualche scena splatter, nelle quali i registi non si sono fatti scrupoli.

Un sequel o un prequel?

La trama non fa invece chiarezza sull’origine della mano, ma i rumor indicano già un possibile secondo capitolo, forse proprio un prequel sull’origine della mano e della sensitiva cui apparteneva. Talk to me non è l’horror dell’anno, ma è certamente una buona pellicola di genere per cui vale pena afferrare quella mano.