«Facciamo i pazzi»

Lo spettatore che guarderà con maggiore curiosità il film che, di fatto, chiuderà il primo capitolo del DCEU sarà proprio James Gunn, al quale è stato affidato il compito di ridisegnare l’universo cinematografico di casa DC Comics.

Multiverso, la nostra panacea

The Flash arriva al cinema già con un grande carico di aspettative: la sua apertura al multiverso, panacea di tutte le trame sbilenche, sarà il prologo di quanto escogitato dal padre cinematografico dei Guardiani della Galassia, oppure sarà la causa del suo dimenticatoio? Saremo noi a deciderlo, attraverso i numeri che assegneremo al botteghino.

James Gunn

È innegabile come finora, purtroppo, il DCEU sia stato un grande incompiuto. Composto da film che in pochi casi, se presi singolarmente, hanno funzionato, ha sempre mancato inoltre di una sua coerenza narrativa organica, rendendo evidente l’assenza di una figura analoga a quella di Kevin Feige per l’MCU. E che infatti sarà rappresentata da James Gunn, il quale ha giustamente preteso pieni poteri, opponendosi già al ritorno di Henry Cavill, voluto da altri.

Facciamo alcuni esempi. Il primo, fallimentare Suicide Squad, soppiantato in poco tempo dal bel reboot proprio a firma di James Gunn ed entrambi con Margot Robbie nei panni di Harley Quinn. Ancora: la Justice League, al centro di una delle più melense diatribe social degli ultimi anni, che hanno contribuito all’arrivo della Snyder’s Cut, polpettone di quattro ore e altro film rispetto all’originale.

È sempre una questione di responsabilità

Così, sulle spalle di The Flash gravano grandi responsabilità: cerchiamo di capire, naturalmente senza spoiler, sei i suoi poteri siano stati dunque all’altezza. Il giovane Barry Allen è l’ultima ruota del carro di una Justice League coordinata da Alfred. La prima scena introduce il personaggio, alle prese con un salvataggio ai limiti dell’impossibile mentre Batman s’occupa d’inseguire alcuni criminali per le strade di Gotham.

Largo al grottesco

Nel momento in cui Flash interverrà per mettere al sicuro i neonati di un ospedale e un cane, tra i momenti migliori in assoluto del film, capiamo come la pellicola di Andy Muschietti voglia giocare col grottesco, alternando al divertimento momenti di grande tensione drammatica.

Il film ruota intorno alla scoperta di Flash di poter correre talmente veloce da poter alterare il tempo: questa consapevolezza spingerà l’eroe a tornare indietro per scongiurare l’omicidio della madre, per il quale il padre innocente sta per essere giudicato in tribunale, ma senza alcuna prova a sua discolpa e destinato dunque a una severa condanna.

Come in Ritorno al futuro, non a caso citato nel corso della storia, Flash si troverà in una linea temporale nuova, in cui dovrà fare squadra col Batman di Michael Keaton, un altro se stesso e Supergirl per sconfiggere Zod e il suo piano di conquista del pianeta. Non solo: Flash dovrà anche tentare di salvare la madre e trovare un modo per tornare al suo tempo.

Ezra Miller

The Flash è un film ricco di spunti, tanto positivi quanto negativi. Innanzitutto il protagonista: guai giudiziari a parte di Ezra Miller, l’attore pare totalmente fuori controllo nella prima metà della pellicola, caratterizzando il suo Barry Allen in modo quasi caricaturale, mentre sembra trovare una quadra solo in seguito e, paradossalmente, convincendo pienamente solo nelle scene più drammatiche.

Michael Keaton

Qualsiasi prova attoriale di Ezra Miller nulla può, però, quando appare sullo schermo la prima ruga di Michael Keaton nei panni e sulle note da brividi del Batman di Tim Burton. Tanto è sovrastante, che in alcuni momenti abbiamo avuto l’impressione d’assistere a un sequel del secondo Batman.

C’è un neo, però, ed è imperdonabile: la scelta di sceneggiatura che introduce per la prima volta Bruce Wayne è davvero svilente e non all’altezza di un attore che ancora oggi è tra i Cavalieri Oscuri più amati di sempre e di un immaginario così potente. E infatti è proprio in alcune scene forzatamente comiche che The Flash perde d’interesse: mai ci saremmo aspettati di dover chiedere più serietà a un film DC. A sorprendere in positivo è, invece, la Supergirl di Sasha Calle, intensa, ignorante e credibile.

The Flash, insomma, alterna momenti alti ad altri molto discutibili. A un buon primo atto, per esempio, segue un secondo lento e segnato da momenti che faranno discutere i fan più attenti, per poi arrivare a un finale più intenso e in alcuni passaggi commovente. Visivamente, inoltre, sembra provenire dal passato lo scenario in CGI in cui si ritrova Flash quando deve decidere quale linea temporale percorrere: davvero deludente.

Una giostra

Questo continua tensione tra aspetti convincenti e altri decisamente meno rende The Flash una giostra e, per alcuni aspetti, il miglior film possibile per chiudere un’epoca cinematografica e con essa un immaginario, che non a caso sono più volte citati e omaggiati nel corso della vicenda, tra lacrime e risate, ancora a sottolineare questa schizofrenia. Né bello, né brutto, come tante altre pellicole di casa DC lascia il senso dell’incompiuto e forse anche di una certa assenza di coraggio in alcune strade di sceneggiatura che potevano essere percorse. Per fortuna la patata bollente ora passa alle sapienti mani di James Gunn.

L’artwork di The Flash realizzato in esclusiva da David Messina