Christopher Lloyd: Ritorno al Futuro, Roger Rabbit e altri cult

christopher lloyd nerdface nerd origins

Christopher Lloyd

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«I sense from people that they get frustrated with me for not being out and about. But I guess I’m a shy boy».

Un attore Doc

Da bambini ci si affeziona facilmente a personaggi dotati di grande carisma. Se poi hanno le fattezze di Christopher Lloyd, attore che più volte s’è trovato a recitare in film che tutti i nerd hanno visto almeno una volta nella vita, allora l’innamoramento davvero viene molto facile. Da giovanissimo, prima del cinema calcò più volte i palcoscenici di Broadway, iniziando la sua carriera più o meno alla metà degli anni ’60. Quando spulciamo la sua filmografia, ci rendiamo conto che il suo esordio sul grande schermo è, sì, con un cult, ma non con quello che ci saremmo aspettati. Nel 1975 è, infatti, tra i pazienti dell’ospedale psichiatrico di Salem, insieme a Jack Nicholson in Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo, nei panni di Tabler. Il biglietto da visita è di quelli che non sfigurano e, andando per parallelismi, Christopher Lloyd tornerà a fare il matto nel 1989, anno nel quale interpreterà la commedia Quattro Pazzi in Libertà, insieme a Michael Keaton. Non si tratta di un capolavoro e non può essere certo paragonato al cult di Milos Forman, ma è il tipico film piacevole da rivedere in occasione delle numerose repliche televisive.

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Torniamo a ripercorrere la carriera di Christopher Lloyd, però. Legati come siamo oggi all’immaginario dello scienziato buono e folle, colpisce vederlo nel ruolo di un vero cattivo. Accadde quando l’attore fu scelto per interpretare addirittura un esponente di una delle razze più temute dell’intero universo. Dell’intero universo creato da Gene Roddenberry, per essere precisi. Sotto una calottina con delle creste, Christopher Lloyd è infatti Kruge, determinato comandante Klingon e antagonista di Kirk e soci in Star Trek 3: alla Ricerca di Spock. Non il miglior film della serie, ma ottimo e abbondante per quanto ci riguarda.

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E arriviamo, finalmente, al film che rappresentò il suo vero trampolino di lancio, per molti di noi. Ovviamente parliamo di Ritorno al Futuro, nel quale Christopher Lloyd interpreta il geniale inventore Emmet Doc Brown, ideatore e costruttore del Flusso Canalizzatore, necessario per viaggiare nel tempo, ovviamente su una DeLorean, in quanto «dovendo trasformare un’automobile in una macchina del tempo, perché non usare una bella automobile?». Il primo capitolo della saga di Robert Zemeckis sui viaggi nel tempo e sui paradossi che nascono se non si pensa quadrimensionalmente è di quelli che invecchiano bene e crediamo che molti di voi possano recitare l’intero copione a memoria. Anche perché agli altrimenti non vi rivolgeremmo la parola. Il personaggio di Doc, poi, è talmente perfetto da rimanere inciso nel cuore di tutti i ragazzini dell’epoca, tanto che quel vecchio nerd di Seth MacFarlane lo recupera per un cammeo in Un Milione di Modi per Morire nel West. L’influenza di Ritorno al Futuro è cosa che non si può negare e i tre film hanno anche avuto il pregio d’ispirare la serie di Rick e Morty, nata proprio come parodia di Doc e Marty.

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Ma in arrivo c’è un altro cult e un altro villain memorabile, entrambi firmati ancora una volta da Robert Zemeckis. Christopher Lloyd è infatti nel cast di Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Suo è il terribile giudice Morton, cartone che odia i cartoni, determinato a sterminarli crudelmente e senza pietà. Sua è una delle scene più traumatizzanti della nostra formazione nerd, quella della scarpetta sciolta nella salamoia. Più tranquillizzante sarà invece il suo zio Fester, nella versione cinematografica de La Famiglia Addams, così come nel suo seguito.

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Christopher Lloyd sarà al fianco di Jim Carrey nel meraviglioso biopic dedicato ad Andy Kaufman, ancora firmato dal regista Milos Forman. Man on the Moon è un film imperdibile e forse l’ultimo di valore, almeno per la prima decade del 2000. L’attore, infatti, aveva già compiuto un passo falso con Cose dell’Altro Mondo, una pellicola dal plot che sembrava scritto almeno un decennio prima. Si narrano, infatti, le vicende di un guerriero intergalattico che fa naufragio sulla Terra, costretto ad attendere sul nostro pianeta che la sua astronave si ripari da sola. Aggiungiamo alla ricetta la parte del guerriero spaziale, assegnata a Hulk Hogan, e abbiamo l’esatta misura dell’opera. Nulla, però, se paragonata alla serie di filmetti per bambini e agli horror di serie B in cui Christopher Lloyd lavorerà. Su tutti, Piranha 3D (2010) e Piranha 3DD (2012), perché con la doppia D i pesci si vedono meglio e hanno più appetito. Attenzione: qui a Nerdface abbiamo un amore per le Buste, perché «so bad, so good», per cui questi inciampi dell’attore non fanno altro che gonfiarci il cuore. In tempi recenti, fortunatamente, Christopher Lloyd è tornato a produzioni più importanti e alla sua altezza. Segnaliamo Sin City: una Donna per cui Uccidere; Insospettabili Sospetti, la commedia firnata da Zach Braff; il recente horror di Balaguerò, La Settima Musa.

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Anche se guardiamo al piccolo schermo possiamo trovare alcuni lavori piuttosto interessanti. Primo fra tutti, Christopher Lloyd partecipa all’episodio pilota de Il Falco della Strada (1985), serie TV flop entrata nel mito. Prima ancora, sono da registrare la sua presenza fissa in Taxi (1979-1983), serie ispiratissima a mai più replicata che gli valse il riconoscimento di vedere inserito il suo personaggio, un ex hippie, nella lista dei migliori 50 televisivi. Poi, ancora, due apparizioni in Cin Cin (1984) che, alzi la mano chi la ricorda, è una di quelle più dimenticate di sempre in Italia. Più recentemente, lo abbiamo visto in un brutto episodio d’Amazing Stories e, ancora, nella pessima Un Pupa in Libreria, accanto a Pamela Anderson, che evidentmente aveva sbagliato ibdirizzo. A riequilibrare la bilancia, però, ci pensano le apparizioni in Fringe e Chuck, come anche il giusto tributo che gli hanno concesso gli sceneggiatori di The Big Bang Theory. Insomma, Christopher Lloyd s’è ormai radicato molto bene dentro ognuno di noi, sigillando il suo nome con la sua partecipazione a molti dei nostri cult, belli e meno belli. Anche ora, che bambini non siamo più, merita tutto l’affetto possibile: un uomo e un attore che davvero non ha bisogno della DeLorean per viaggiare nel futuro.

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